Nutrinform vs Nutri Score ovvero Italia vs Francia

Italia e Francia hanno siglato un trattato per avviare una cooperazione bilaterale rafforzata il 25 novembre, ma sull’etichetta a semaforo Nutri-Score scoppia la bagarre. L’accordo spazia su temi come gli affari esteri ed europei, la sicurezza, le politiche migratorie, la cooperazione economica industriale e digitale, e lo sviluppo sociale sostenibile e inclusivo, la cultura lo spazio e l’istruzione.

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L’Italia si pone in assoluto disaccordo con la Nutri-Score, una forma di etichettatura dei prodotti alimentari proposta dalla Francia e già ammessa dall’Unione Europea. Con queste etichette il cibo viene classificato con delle lettere colorate dalla A (verde, cibo buono) alla D (rossa, cibo cattivo). II “punteggio” espresso in lettere è frutto di un algoritmo che non tiene conto di fattori essenziali, tanto che un cucchiaio di olio extravergine è meno salutare di un piatto di patate fritte.

Sembra che nel vertice Italia Francia si è parlato di etichetta nutrizionale e del Nutri-Score, lasciando intendere che anche i francesi si sono resi conto delle criticità del sistema e potrebbero portare alcune modifiche. Tuttavia ufficialmente non risulta nulla di tutto ciò e l’etichetta Nutri-Score fa parte di una legge che viene applicata in modo volontario da centinaia di aziende alimentari. 

Come funziona Nutri-Score?

Nutri-Score è un’etichetta nutrizionale basata su una scala di cinque colori che va dal verde scuro all’arancione scuro, associata alle lettere dalla A alla E.  Il verde scuro e la lettera A etichettano i prodotti con la migliore qualità nutrizionale, mentre il colore arancione e la lettera E segnalano i prodotti con la qualità nutrizionale più bassa. 

Nutri-Score fornisce ai consumatori informazioni sui prodotti nella parte anteriore della confezione. Il metodo di assegnazione del punteggio nutrizionale è stato sviluppato dalla British Food Standard Agency ed è noto come “punteggio FSA”. 

Questo punteggio, che va da -15 a 40, intende valutare la qualità nutrizionale complessiva degli alimenti. Basato su 100g di prodotto, tiene conto di fattori sfavorevoli come calorie (kj), acidi grassi saturi (g), zuccheri (g) e sodio (mg); e fattori favorevoli come proteine ​​(g) fibre (g) e frutta, verdura, legumi, noci e oli di oliva, noci e colza (%). 

Nutri-Score assegna un punto ogni 80 calorie, un punto ogni grammo di grassi saturi, un punto ogni 4,5 grammi di zucchero. Sottrae un punto per ogni grammo di proteine o per quantità variabili di frutta e verdura. Ignora del tutto la presenza di vitamine antiossidanti e sali minerali. 

Non sono poche le incongruenze del sistema di etichettatura francese, per esempio i profili nutrizionali che riguardano singoli alimenti e non l’intera dieta. Oltre alle valutazioni tarate sempre sui 100 grammi di prodotto, e non sulla porzione abitualmente consumata di un singolo alimento.

Come funziona Nutrinform, l’etichetta dei prodotti alimentari alternativa a quella francese proposta dall’Italia?

L’Italia, il più duro oppositore di Nutri-Score, a gennaio 2020 ha presentato alla Commissione Europea un proprio sistema di etichettatura chiamato “Nutrinform Battery“, ingaggiando con la Francia un braccio di ferro che potrebbe determinare il modo in cui centinaia di milioni di europei scelgono il cibo da consumare.

Il governo italiano ha rifiutato Nutri-Score perché sostiene che il sistema ideato dalla Francia semplifichi eccessivamente le scelte dei consumatori, penalizzando ingiustamente specialità tradizionali italiane come il parmigiano e l’olio d’oliva, a causa del contenuto di grassi.

La sua proposta alternativa di etichetta nutrizionale utilizza i simboli della batteria per indicare le percentuali di energia, grassi e zuccheri in una data porzione di cibo. 

Secondo l’Italia l’approccio di Nutrinform inquadra il consumo in un contesto più logico e coerente di assunzione giornaliera. Un sistema che non penalizza, non dà voti buoni o cattivi. 

Le differenze tra Nutri-Score e Nutrinform 

Il principale pomo della discordia è il modo in cui i sistemi concorrenti Nutri-Score e Nutrinform registrano e promuovono i prodotti alimentari “sani”. Come detto, Nutri-Score assegna punti negativi a grassi saturi, calorie, zucchero e sale. Allo stesso tempo, assegna punti positivi a frutta, verdura, proteine ​​e fibre. Tuttavia, non tiene conto dei benefici di un moderato consumo di grassi e proteine. In questo senso l’etichetta Nutrinform presenta uno sguardo più sfumato e completo sul valore nutrizionale di un alimento. Piuttosto che classificare gli alimenti come rossi/cattivi rispetto a verdi/buoni, Nutrinform invita a considerare in modo più preciso il consumo degli alimenti a elevato contenuto di grassi come parmigiano o salame nel contesto di una dieta generale. Grazie alla sua semplicità Nutri-Score è senza dubbio facile da leggere. Eppure la semplicità potrebbe essere il tallone d’Achille del sistema, se induce i consumatori a evitare prodotti alimentari naturalmente sani come l’olio d’oliva, spingendoli ad abbracciare invece scelte meno salutari, ben lungi da una dieta equilibrata.

Approfondisci la lettura su: ilfattoalimentare.it e su www.scattidigusto.it

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